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Sai cosa affrontano regolarmente i nostri figli? Con il fatto che gli adulti intorno a loro li valutano. Inoltre, queste valutazioni sono spesso negative. Mamme, papà, nonne, educatori e insegnanti dicono al bambino che è: - pigro, avido, - stupido, disonesto, - sciattone, sporco, maiale, - attaccabrighe, piagnucolone, - capriccioso, dispettoso, - chiacchierone, isterico, - perdente , noioso... La lista continua... Gli adulti usano queste parole per influenzare il comportamento di un bambino e cambiarlo in meglio. A loro sembra che i bambini, avendo sentito QUESTO su se stessi, inizieranno a dimostrare il contrario. Gli “avidi” si precipiteranno a condividere con gli altri. I “chiacchieroni” parleranno di meno e ascolteranno di più. I “piagnucoloni” si asciugheranno le lacrime e non piangeranno. I “pigri” si metteranno subito al lavoro. Sfortunatamente, nella maggior parte dei casi ciò non accade. Ma accade quanto segue: 1. Il bambino sviluppa un'immagine negativa di sé. I bambini fino ad una certa età sono molto suggestionabili. Non riescono ancora a pensare in modo critico a ciò che sentono da genitori e insegnanti. Il bambino, per così dire, assegna la valutazione dell'adulto e inizia a percepirsi in questo modo: "Sono uno studente povero", "Sono un disonesto". E poi è inutile suggerirgli di comportarsi diversamente, perché “io sono cattivo e non mi aspetto il bene”2. Il contatto con il bambino è interrotto, il tuo rapporto con lui soffre. È spiacevole per qualsiasi persona sentire qualcosa di brutto su se stesso. Immagina se il tuo capo/coniuge ti dicesse: "Sei irresponsabile, di mentalità ristretta, incapace...". Quali sono i tuoi sentimenti e pensieri in questo momento? E se queste parole ti venissero dette continuamente? Quindi i bambini, ascoltando recensioni poco lusinghiere su se stessi, non provano le emozioni più piacevoli: rabbia, risentimento, ansia, vergogna. Queste esperienze creano tensione. I bambini non vogliono entrare in contatto con chi etichetta, aumenta le distanze ed evita la comunicazione.3. Le etichette sono un duro colpo per l’autostima di un bambino. La fiducia in se stessi è direttamente correlata alla sensazione di “sto bene”. Un bambino smette di sentirsi bene quando la sua PERSONALITÀ viene caratterizzata negativamente. I bambini sensibili alla valutazione di un adulto in una situazione del genere diventano ansiosi e insicuri, hanno paura di ricevere disapprovazione, si vergognano di esprimere le proprie emozioni e di esprimersi. Naturalmente, è importante rispondere al cattivo comportamento del bambino, segnalarglielo ha sbagliato. Ma invece di valutare la PERSONALITÀ del bambino nel suo insieme, devi solo sottolineare il comportamento indesiderato (era avido, non ha pulito la sua stanza, ha rotto un giocattolo, ecc.). Prova per una settimana a notare quanto spesso dai ai bambini un giudizio negativo valutazione e utilizzo delle etichette. I risultati di questa osservazione potrebbero sorprenderti. La tua psicologa personale Maria Chernoval