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Dall'autore: articolo per il CPSU (Club dei fan di Happy Family) Una volta, nel processo di formazione, ho conosciuto una tecnica meravigliosa che rivela i nostri veri desideri. La sua essenza è questa: devi porre la domanda "Cosa vuoi?" finché non arrivi lì. Voglio provare subito tutto ciò che è nuovo. Lo fanno tutti o lo faccio solo io? L'occasione era giusta e ho deciso di utilizzare questa tecnica. Davanti a me c'è una giovane donna, sposata da sette anni, senza figli. Il primo “cosa vuoi” viene facilmente sia a me che a lei. Riceviamo una serie di desideri più comuni: un lavoro interessante, un buon stipendio, la pace in famiglia, la ristrutturazione dell'appartamento, i viaggi e così via. Tutto ciò che la società ci impone come attributi necessari del successo e della felicità. Poi c'è uno stop e sembra che non ci siano altri desideri. È molto importante - è necessario far fronte alla sua resistenza, irritazione e al mio imbarazzo (che ho iniziato "cosa vuoi, cosa vuoi", come un pappagallo,...) Basato sul principio del "brainstorming" , continuiamo. Con uno scricchiolio compaiono desideri come: riconciliarmi con mia madre, capire perché vivo,... Ancora una volta, una sosta e un lungo silenzio. Mi sento un inquisitore: chiedo, lei tace. All'inizio gli occhi si sono inumiditi, poi sono apparse le lacrime e poi - singhiozzi con singhiozzo e voce tranquilla: VOGLIO ESSERE MADRE! Sai come sbucciare una cipolla: butti via la buccia, ma quando arrivi al nocciolo, piangi. Non “avere un figlio”, ma essere MAMMA. Sembra che l'essenza sia la stessa: un bambino. Ma seguiamo il flusso di pensieri e idee che nascono dietro questa frase. Voglio prendermi cura di me, stringermi al petto, fare il bagno, mangiare,... Sì, lo so, le notti insonni, le coliche, i denti,... Poi gli armadietti - una TV in testa che corre qua e là - si romperanno le mie ginocchia, la scuola, i brutti voti, la crisi adolescenziale,... lo so, lo so, sarò accanto a me, lo sopporto, voglio essere mamma! Forse sarò arrabbiato, certo che sarò preoccupato... ma sarò anche felice - lo stesso primo dentino, il primo passo, la prima chiamata, il primo amore... amerò, abbraccerò, bacerò, capirò , proteggi, sarò lì! Da qualche parte così, vero? Cosa segue la frase: “Voglio avere un bambino/a/a”? Ricordo subito la storia della mia seconda gravidanza nei giorni pre-ecografia: “Volevo così tanto una ragazza! Stavo guardando fiocchi e vestiti. Ho immaginato di pettinarlo e vestirlo. Fantasticava su come saremmo diventati amici quando sarebbe cresciuta. Come sussurreremo e avremo i nostri segreti da ragazza. Ho attraversato tutta la gravidanza con questi pensieri. Ed è nato un maschietto!!! Quando me lo hanno mostrato ho pianto tantissimo. I primi giorni non potevo nemmeno guardarlo, prenderlo in braccio e non volevo dargli da mangiare. Lo abbiamo chiamato “Lui” per un mese. L'eterna domanda filosofica: avere o essere?))) Dedicato alle mamme!