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Come e cosa dire in modo che il bambino ti senta? I bambini sono creature speciali e ciò che è ovvio per noi non lo è affatto per loro Pertanto, non è sempre possibile aspettarsi che il bambino comprenda i valori morali, patriottici e familiari. Trattalo come una persona che sta imparando, ma evita morali e notazioni pesanti. Il bambino non li capirà e non li digerirà e trasmettere l'esperienza. Ad esempio, il bambino sarà grato: “Quando ero piccolo, mi è successa questa storia...”, “Da bambino avevo molta paura...”, “Davvero no”. mi piace quando mia madre...” Usa l'ascolto attivo Questo è descritto in dettaglio da Yu.B. “Comunicare con un bambino - COME” è perfettamente descritto anche nel libro di R. Green “The Explosive Child”, c'è anche il mio articolo. “Il modo più efficace per comunicare con un bambino” è comprendere e accettare i sentimenti del bambino e dargli un nome: “Sei arrabbiato (sentimento) perché (ragione) non puoi andare in cortile. Il bambino sente di essere stato capito e la gravità delle sue esperienze diminuisce, anche se non ha ottenuto ciò che voleva. Per un bambino, il fatto che i suoi sentimenti siano accettati significa che è accettato. Sii chiaro. Parla in modo tale che al bambino non rimangano quasi altre interpretazioni delle tue parole. È meglio dire "appena pulisci la stanza, andrai a fare una passeggiata" piuttosto che "solo i ragazzi che hanno svolto tutte le faccende domestiche necessarie possono andare a fare una passeggiata". Ed è meglio dire “Non mi piace che butti le caramelle nella pozzanghera! Non fare più questo” che “beh, chi fa quello?” È meglio parlare non dall'alto, ma mettersi allo stesso livello del bambino, anche se lo sgridi, tanto capirà meglio. In ogni comunicazione, sia essa un conflitto o una conversazione pacifica, è importante utilizzare i messaggi "io". È come un ascolto attivo, ma qui diamo un nome ai nostri sentimenti per conto nostro. Non “non hai pulito di nuovo la stanza” ma “sono sconvolto dal fatto che la stanza sia un disastro, voglio davvero che tu pulisca”. Questo è molto efficace se vuoi incoraggiare tuo figlio a fare qualcosa. Il bambino molto spesso (questo è vero!) non vuole che tu ti offenda, e inoltre non viene etichettato come “che molla”, e ci sono molti meno sentimenti negativi nei tuoi confronti se è piccolo (sotto i 3 anni). anni), quindi in caso di conflitti, disobbedienza attiva utilizzare il contatto fisico (non punizione, ma contatto!). Se un bambino non vuole tornare a casa, fa i capricci, è inutile parlargli: basta prenderlo in braccio, stringerlo tra le braccia e tornare a casa con lui. Lo stesso vale per l’aggressività di un bambino nei tuoi confronti: se un bambino cerca di colpirti, afferragli la mano, stringila e solo allora dì “non puoi farlo”. Scherzi, battute e canzoni aiutano molto bene a mantenere buone relazioni e ad appianare conflitti e situazioni di tensione. Ciò aiuta soprattutto nei periodi di crisi acuta: tre, sette, quattordici anni. È come se dicessi “supereremo tutto insieme, andrà tutto bene”.!»