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Nella mia pratica psicoterapeutica e nella terapia personale, ho riscontrato più volte il fatto che una persona arriva alla realizzazione della sua convinzione irrazionale, che limita il suo rapporto con il mondo o con se stesso, ma non riesco a cambiarlo. Spesso diciamo: capisco tutto con la mente, ma non posso fare nulla... Come se in noi ci fosse una parte razionale e il solo vederla non bastasse per cambiare modi di vivere francamente dolorosi. comportamento. Non puoi semplicemente andare a cambiare il sintomo che ci tormenta con il nostro desiderio. Serve qualcos'altro: "Nella mia mente, capisco che le relazioni possono essere felici e sicure, ma mi sembra che mi minaccino ed è più facile per me andare a lavorare che cercare di costruirle". tale convinzione come sintomo di cui è necessario liberarsi, molto spesso non è possibile ottenere progressi significativi. Nella migliore delle ipotesi, la persona inizia a parlare liberamente di come evitare le relazioni. Ma cosa accadrebbe se questo sintomo fosse una volta una risposta del tutto appropriata, se abbiamo subito abusi durante l'infanzia (o successivamente, non così importante in questo contesto), allora tale decisione? e i sentimenti ad esso associati non sembrano essere un sintomo. Sembrano essere una conseguenza del tutto logica del dolore, dell'impotenza e della disperazione che ho provato una volta. Piuttosto, è stata la migliore invenzione in risposta alla sofferenza della vita che l'individualità poteva generare. Ora, da adulti, portiamo parti di noi stessi congelate nelle esperienze traumatiche del passato: sono ancora cariche di forti emozioni, convinzioni difensive, dolore e. , espulsi dalla coscienza, si fanno sentire sotto forma di sintomi poco chiari che determinano il nostro comportamento qui e ora. Le loro reazioni erano abbastanza adeguate lì e allora, quindi non si può semplicemente togliere loro il meglio che sono riusciti a inventare per proteggersi. L'unica opzione è entrare in se stessi per riscoprirli, riconoscerli e amarli - e poi potranno naturalmente abbandonare le loro convinzioni difensive e molti sintomi dolorosi possono dissolversi completamente come inutili. Spesso, quando cerchiamo di cambiare qualcosa in noi stessi che ci disturba , siamo guidati piuttosto dall’efficienza piuttosto che dall’auto-compassione, dalla nostra onniscienza piuttosto che dalla nostra curiosità, dalla nostra paura piuttosto che dalla nostra volontà di guardare le cose. Fa parte del meccanismo di difesa del nostro ego, ma non riguarda tutti noi. Anche con tutto il trauma, deve esserci qualcosa in noi che sia capace di amare, compassionevole, protettivo e premuroso. Altrimenti il ​​mondo sarebbe crollato già da molto tempo - che non è un argomento?;) Ho diversi posti liberi in terapia: scrivi a Telegram o WhatsApp +79513712926