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Il trauma del rifiuto è uno dei traumi che compaiono nella nostra infanzia. Questa è una sorta di esperienza e processo mentale che non poteva vivere e digerire e nessuno ha aiutato la persona in questa esperienza. Forse ha aiutato, certo, ma non è bastato. Poi accade quanto segue, gli anni passano e la persona cade periodicamente in questo trauma: - Ti odio, sei una cattiva madre! cattivo specialista! - Sei una cattiva moglie! E subito c'è una scissione in una parte cattiva e una buona, solo che la parte buona in questo momento non c'è, si restringe così tanto che sembra scomparire alla vista, come se non fosse mai esistita, mentre la parte cattiva occupa tutto lo spazio e preme su una persona con tutta la sua cattiveria. Se rimani bloccato in questo processo, può verificarsi un nuovo trauma, in cui una persona acquisirà non solo dolore e sofferenza, ma anche nuove introiezioni errate. L'aiuto qui è estremamente importante, poiché con l'immagine del Sé sotto forma di "Io sono cattivo" e con l'autoironia, che si sta rapidamente sviluppando, la qualità della vita tende a zero. Quando sei cattivo e sei stato rifiutato, l'ambiente è ostile e devi proteggerti continuamente, così che Dio non voglia, e non importa cosa, la modalità di protezione si attiva e basta. Si attiva anche la modalità vittima: tutti mi offendono, tutti vogliono qualcosa da me, non gli soddisfo, ora farà di nuovo male. In questo processo c'è molto rifiuto del fittizio e del reale. Il rifiuto più reale è l'abnegazione, quando mi calpesto così tanto nel fango, mi umilio così tanto che sembra non esserci via d'uscita da questa palude di inutilità e indegnità. Dal rifiuto immaginario, forse tutto è immaginario, anche la persona da cui è partito il trauma, sicuramente non voleva ottenere un risultato del genere e anche questo è importante capire. Poi anche tutto quello che succede in termini di sentimenti verso gli altri è tutto un glitch, l'ambiente non è diventato “improvvisamente” così ostile, queste sono distorsioni. È importante in questo processo ritornare e appropriarsi della realtà reale, ciò potrebbe richiedere diversi giorni, tutto dipende da quanto profondamente hai fallito. È come cadere in acqua e non saper nuotare, devi comunque spalarla ed è meglio farlo con qualcuno.