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Bion presentò la sua teoria del pensiero sotto forma di relazione al 22° Congresso Psicoanalitico Internazionale di Edimburgo nel 1961, dove espresse la seguente idea: “Il pensiero dipende dal buon funzionamento di due principali formazioni mentali. Il primo di questi è la formazione dei pensieri. Richiedono un apparato per affrontarli. Il secondo è la formazione di un tale apparato, che convenzionalmente chiamerò pensiero. Ripeto: il pensiero nasce per far fronte ai pensieri”. Cioè, i pensieri sembrano esistere da soli, una persona li incontra e per affrontarli ha bisogno di un apparato: il pensiero. Il funzionamento di questo apparato è direttamente correlato ai concetti di funzione alfa, elementi alfa ed elementi beta introdotti da Bion. Per chiarire questi concetti Bion utilizza l’esempio di una madre e di un bambino che attende il seno materno. Il momento in cui il bambino non incontra per la prima volta il seno della madre segna il momento in cui inizia il pensiero. Pertanto, il pensiero stesso non è un prodotto del pensiero, ma è il risultato dell’incontro del bambino con una situazione esterna. Cioè, il pensiero non è la produzione di pensieri, ma il lavoro richiesto dalla comparsa dei pensieri come risultato della collisione del bambino con una situazione esterna. Di fronte a un pensiero ci sono 2 possibilità: attraverso il meccanismo dell’identificazione proiettiva, liberarsene, che si avvicina all’idea kantiana del pensiero in sé, oppure interagire con esso, lavarlo. Nel caso della prima opzione, in assenza di una funzione alfa funzionante, si parlerà dell'emergere di elementi beta; nella seconda opzione, grazie al lavoro della funzione alfa, gli elementi beta si trasformano in elementi alfa; Pertanto, gli elementi alfa sono un prodotto della funzione alfa, Bion li considerava oggetti “vivi, benevoli” capaci di soddisfare il bambino, in contrapposizione agli elementi beta, che erano descritti come “non viventi”, e si può anche parlare di in quanto aspetti della personalità, legati tra loro dall'angoscia di annientamento, la loro produzione è caratteristica dei bambini, della parte psicotica del soggetto o dei pazienti psicotici. Se la funzione alfa non funziona, le impressioni sensoriali e le emozioni caratteristiche della posizione schizo-paranoide rimangono intatte, diventano elementi beta, e vengono evacuate attraverso identificazioni proiettive, che aiutano a liberarsi da ulteriori irritazioni e influenze, e possono anche essere utilizzate per aver agito. Gli elementi beta non possono diventare inconsci e quindi non possono essere repressi, soppressi o utilizzati per l'apprendimento esperienziale. Se l'invidia e l'aggressività di un bambino in posizione schizo-paranoide interrompono la sua connessione con il seno che lo nutre, lo riempie e lo calma, allora si verifica una situazione difficile in cui il bambino deve continuare a succhiare per evitare la morte. Quindi la paura causata dal potere distruttivo dell'invidia provoca una scissione tra gli aspetti mentali e fisiologici della sopravvivenza. Questa scissione gli fa commettere un errore nella scelta del suo attaccamento, che si riflette nel soggetto adulto nell'eccessivo accumulo di cose materiali, che in questo caso saranno rappresentanti di elementi beta, manifestando così l'incapacità di tale soggetto di distinguere i viventi da non viventi, causati da danni o assenza della funzione alfa. Il pensiero secondo Bion è un metodo di connessione (K), che si instaura innanzitutto tra il bambino e la madre e poi, sulla base di questa esperienza, si forma la capacità del soggetto di creare o la tendenza ad attaccare le connessioni con cui lavoro questo ed altri argomenti, condurre consulenze psicologiche, psicoterapia psicoanalitica, supervisione. Iscriviti tramite messaggio WhatsApp 8 (916)551-76-51