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Vorrei distrarmi un po' e parlare di cose serie con un po' di umorismo. La tecnica fornita di seguito è, ovviamente, uno scherzo. Ma, come si suol dire, c'è una grana in ogni battuta..... Parleremo di una situazione in cui una persona percepisce la critica interna non costruttiva come parte integrante della sua personalità. Come qualcosa che non può essere cambiato: “Io sono una persona del genere”, “Sono esigente con me stesso”. Inoltre, un atteggiamento così critico verso se stessi può essere percepito come una buona cosa: "Altrimenti mi dissolverò completamente e diventerò pigro". Quando attacca se stesso, una persona può definirsi epiteti spiacevoli, attribuire varie caratteristiche dispregiative, aggiungere “io sempre... o mai...”. L'autoaggressione non è mai costruttiva; riduce la motivazione e provoca sensi di colpa. Un critico è l'immagine di un genitore critico che ora si trova non fuori, ma dentro. Pertanto, è importante vedere esattamente come critico me stesso e cercare di fermarlo. Questo tipo di relazione con la parte che ti attacca, l'analisi delle convinzioni limitanti, potrebbe essere d'aiuto. Dopotutto, durante la terapia in casi simili, viene svolto un lavoro simile: lo psicologo sostiene la parte sana e adulta del cliente e si confronta con la parte attaccante. Così, il cliente vede il suo riflesso sempre meno distorto, ha una nuova esperienza di consapevolezza e visione di sé. Ora ho in mente la famosa metafora secondo cui lo psicologo è uno “specchio” per il cliente. Se fai domande al tuo critico, spesso si scopre che non ha risposte. Le convinzioni non hanno alcuna spiegazione logica, esistono sotto forma di "così dovrebbe essere", "tutti lo sanno", "fare questo è male", ecc. Un esempio di tale dialogo interno: (K - Critico, B - Parte adulta del cliente) K: - Ti sei alzato tardi, è brutto D: - Perché è brutto? K: - Ancora una volta, vuoi passare la giornata inutilmente. D: - Non avevo programmi oggi. Voglio riposarmi. K: - Sei solo pigro, oggi devi fare un compito generale di pulizia. D: - Chi ne ha bisogno? ... Di seguito è la stessa tecnica che sembra molto divertente: la tecnica unica "SO WHAT?", che ti consente di sbarazzarti autonomamente dei problemi più irrisolvibili, semplice e facile da usare, non richiede una formazione professionale, quindi fallo hai un problema? Per eliminarlo basta seguire l'algoritmo: 1. Siediti comodamente ed esprimi il tuo problema ad alta voce.2. Ponetevi la prima domanda screening: “E allora?”3. Rispondi alla domanda che ti sei posto...4. Fai la seconda domanda di verifica "E allora?"5. Ancora una volta, rispondi alla domanda posta... Segui l'algoritmo, ripetendo la domanda del test "E allora?" finché non sentirai da te stesso “Niente!” PS Ti auguro salute, sia fisica che psicologica!