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La psicoterapia è spesso definita come un dialogo specifico tra due persone. Allo stesso tempo, tendiamo a porre l'accento, prima di tutto, su una delle componenti di questo processo: parlare, tuttavia, la dialogicità presuppone non solo l'opportunità di parlare, ma anche di ascoltare. Queste sono le norme della comunicazione moderna cultura - la parola e l'azione sono percepite da noi come forme dirette di comunicazione, l'ascolto, invece, è relegato al luogo di un atto passivo, che è visto come qualcosa di preparatorio all'azione verbale o fisica, se però qualcuno ne è capace ad ascoltarmi profondamente, allora forse questo mi incoraggerà molto a cercare opportunità per parlare in profondità. Questo è esattamente ciò a cui è dedicata la raccolta di saggi di P. Wilberg “Il terapeuta come ascoltatore”. , il fenomeno dell'ascolto è importante in terapia, tuttavia, paradossalmente, poche persone si concentrano sulla sua natura, preferendo fare affidamento, nell'ambito di questo problema, semplicemente sull'uso di modelli terapeutici specifici, cognitivi o psicodinamici, o di conseguenza Di norma, i terapisti praticanti tendono a "ascoltare" solo ciò per cui sono formati in un approccio particolare, e la pratica di ascoltarli si riduce a un semplice insieme di abilità o tecniche per rispondere in modo diverso a ciò che il cliente sta facendo. Tuttavia, la nostra capacità di essere ascoltatori nel vero senso della parola è determinata sia dalla qualità della nostra presenza che da quella con gli altri. Wilberg si sforza di dimostrare che l'ascolto non è una “capacità di comunicare”, ma un modo di condividere stare con gli altri Basandosi sulle idee di Heidegger e Buber, l'autore sviluppa la pratica dell'“ascolto maieutico” (dal greco. "maieuesthai" - agire come ostetrica), integrando sia l'esperienza del mio cliente che quella terapeutica. L'"Ascolto maieutico" è una pratica terapeutica basata su studi fenomenologici sulla natura di questo processo. Allo stesso tempo, questo modo di ascoltare, sottolinea l'autore, non è l'uso di un insieme di tecniche, ma lo sviluppo di uno specifico stato d'animo interno. Cos'è questo stato d'animo? Può essere espresso attraverso una metafora: “l’ascolto è l’ostetrica della parola”. La capacità di ascoltare è stare con se stessi e con gli altri nel silenzio e aiutare a sopportare la “gravidanza” di questo silenzio, che, in un momento da esso determinato, può essere risolto con una parola. Quando si parla di intimità nelle relazioni, in primo luogo tra tutti, immagini di intimità emotiva (conversazione) e fisica (tocco). Wilberg nota che “l'ascolto maieutico” è la coltivazione di una terza modalità di intimità. Questo metodo si definisce attraverso la relazione diretta e immediata “io-tu”, intesa non proprio nel senso buberiano – come relazione tra due persone – ma come relazione di due persone con la propria interiorità e con l'essere interiore dell'altro tra “io” e questo “tu” interiore e il modo in cui modellano – o non riescono a modellare – il “noi” condiviso è il fulcro dell’”ascolto maieutico”».