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Leggendo il libro “Dire sì alla vita!”, è difficile restare indifferenti, ci sono continue lacrime agli occhi... Per me la cosa più importante La cosa nel libro è il pensiero della fede. La fede è ciò che dà forza alla caparbietà dello spirito. Ti permette di vivere, trovare un significato e rimanere umano quando sembra impossibile. Esempi di manifestazioni di testardaggine di spirito sono presentati in quasi ogni pagina del testo. Quando Frankl decise di instillare nei prigionieri il significato ultimo della loro esistenza, diede loro la fede di cui avevano bisogno in quel momento. O una storia su quelle persone che sono riuscite a mantenere la capacità di vita interiore. Potevano e volevano percepire la bellezza della natura e dell'arte: "Guarda come il sole illuminava meravigliosamente questi tronchi, sembra uno degli acquerelli di Dürer - ricordi?", disse il prigioniero a Frankl, di ritorno dai lavori di sterro coloro che rifiutarono di credere, si privarono dell'ostinazione dello spirito. “...un giorno un uomo resta immobile in una caserma; non si veste, non va a lavarsi, non va in formazione. È impossibile allevarlo: non risponde a richieste, minacce o colpi. Niente lo tocca, niente lo spaventa. E se l'impulso a questa crisi è stata la malattia, non importa: non vuole andare in infermeria, non vuole essere portato lì; non vuole più niente. Giace nelle sue stesse urine e nei suoi escrementi, ma anche questo non gli dà fastidio. Queste persone sono morte rapidamente. Se avessero proprio questo perché, potrebbero cambiare il loro destino: “Chi ha un “perché” resiste a quasi ogni “come”” (parola di Nietzsche è la capacità di essere umani). Questa è una decisione presa. Permette a una persona di diventare una persona con la “H” maiuscola. Qualcuno una volta disse (non ricordo l’autore): “La guerra riesce a mostrare i nostri veri volti”. Alcune persone rimangono umane fino all'ultimo momento sotto il giogo di ciò che sta accadendo, mentre altre si trasformano in animali, perdendo il loro volto umano. Un buon esempio è nel libro su un pezzo di pane. “Ricordo che un giorno la persona che supervisionava il nostro lavoro (non un prigioniero) mi consegnò tranquillamente un pezzo di pane che aveva conservato dalla sua colazione. Questo mi ha quasi commosso fino alle lacrime. E non è stato tanto il pane in sé a rendermi felice, ma l'umanità di questo dono, la parola gentile, lo sguardo comprensivo. 16 aprile 2016 Consiglio a tutti di leggere Viktor Frankl. Una persona meravigliosa, autrice, psicologa, psicoterapeuta, filosofa