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Ognuno di noi nella propria anima ha risorse interne per tirarci fuori da situazioni critiche. Uno di questi “rianimatori” che vivono nella mia memoria è un tassista di Mosca. Quando la vita sembra insopportabile e priva di significato, ricordo come mi portò, disperato e schiacciato dalla complessità dell'esistenza, da Mitino a Novogireevo, e ascoltò silenziosamente le mie lamentele sull'Universo. Ad un certo punto le denunce finirono, ma il tassista, contrariamente alle mie aspettative, non mi consolò né mi incoraggiò, ma iniziò invece la sua piacevole storia. - Avevo 12 anni e io e mio nonno stavamo guidando la sua sei rotta verso il villaggio. La strada era difficile, di campagna, con buche e buche. Il nonno imprecava ad ogni urto e io pensavo con desiderio al mio prossimo futuro. La prospettiva di trascorrere tre mesi nel villaggio non riempiva di gioia il mio bambino. Il cielo era cupo, ma non poteva piovere. E all'improvviso, senza alcun preavviso, senza alcun accenno preliminare, cadde la grandine dal cielo. Che grandine! Chicchi di grandine grandi quanto uova di gallina volarono dal cielo come se io e mio nonno fossimo caduti sotto l'ira dell'Onnipotente, che per qualche motivo avesse maledetto questo luogo e intendesse distruggerlo. Il nonno smise di imprecare, fermò la macchina e cominciò a pregare furiosamente. E io, non conoscendo ancora la paura della non esistenza, guardavo con gioia le “uova della morte” che cadevano dal cielo, come le avevo già soprannominate mentalmente, e mi sentivo al centro dell'Avventura all'improvviso come è iniziato. L’auto cominciò a muoversi e il nonno non disse una parola finché non raggiunse il villaggio. Non c'era grandine né nel villaggio stesso né in città. E per molto tempo ho ricordato con gioia e ho raccontato ai ragazzi delle uova della morte, guadagnandomi la fama di un eroe locale... - E allora? – ho chiesto, chiedendomi che cosa c’entrasse questo con i miei guai. Il tassista, senza guardarmi, ha continuato: “Domenica scorsa io e la mia ragazza abbiamo festeggiato il tramonto”. Era da molto tempo che volevo farle la proposta, ma non ci sono mai riuscita. Quindi questa volta lei ha guardato il tramonto e io l'ho guardata. E ha cercato attentamente di tirare fuori le parole preparate da tempo. Ero già disperato e ho capito che non potevo farlo oggi, quando lei mi ha guardato, ha sorriso e ha detto: "Sì, voglio essere tua moglie". - Perchè mi stai dicendo questo? - Vedi, tra quella grandine e quel tramonto, c'erano un sacco di cose. E non tutto è stato facile e piacevole. A volte sembrava che fosse meglio morire che vivere così. Ma ora so che qualunque cosa siano stati questi pochi anni dopo i Death Eggs, valeva la pena di essere vissuti solo per vivere fino a domenica scorsa. "Siamo arrivati", ha detto il tassista. Da te - 300 rubli ho dato i soldi e sono tornato a casa. Una casa era considerata una miserabile stanza in affitto, nella quale, insieme al mio sfortunato vicino, c'era anche un enorme armadio padronale, vietato all'uso e dall'odore pungente, e due letti scricchiolanti e sgualciti che fungevano da nostro letto. Salendo sotto la coperta rattoppata e, come sempre, cadendo nel materasso steso fino al pavimento, io, contrariamente al solito, non mi sono sentito senza speranza. Perché pensavo, chissà, forse tra un paio d'anni mi aspetta il mio declino personale, davanti al quale questa dimora abbandonata da Dio sembrerà poco importante e ridicola…