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Molto spesso i clienti sono confusi dalla domanda: “come ti senti?” o "qual è il sentimento dietro questo?" Rispondono qualcosa del tipo: "Cosa intendi?" oppure “Non lo so...” oppure cominciano a parlare con la testa: “Credo...” Oppure alla domanda: cosa vuoi? Rispondono: “Non lo so... non voglio niente”. Perché succede questo? Partiamo dal fatto che nella nostra cultura, in linea di principio, nessuno insegna veramente come sentirsi. Ad esempio, un bambino vuole andare in bagno, ma gli viene detto: "Sii paziente!" o "andrai durante la ricreazione". Oppure il bambino si è offeso e ha lanciato un giocattolo a sua madre. Qual è la reazione negli adulti? "Come puoi! Non puoi arrabbiarti con tua madre e offenderla!” Oppure il bambino non vuole mangiare, e la madre lo rimprovera: “Sono tornata dal lavoro e ti preparo la zuppa, invece di riposare! Non vuoi mangiarlo?" Oppure il bambino non vuole fare i compiti e comincia a piagnucolare: “Sono stanco…”. E di tutta risposta ottiene la reazione: “Che vuol dire che sei stanco? Non hai ancora fatto nulla!” E quindi puoi continuare all’infinito… L’essenza di tutti questi messaggi: non senti ciò di cui hai bisogno, non ciò che ci si aspetta da te in questo momento. Che opzione ha il bambino in questo caso? Esatto, è meglio allontanare i propri sentimenti, non ha senso, irritano solo gli adulti. E questi sono gli esempi più innocui. La situazione è molto più grave se al bambino viene proibito di piangere, urlare, parlare ad alta voce o in generale dire qualcosa che differisce dall'opinione dei genitori. E poi questi bambini diventano adulti che non ascoltano i loro sentimenti. Sono stati bloccati per molto tempo e profondamente. È difficile per una persona che non identifica i propri sentimenti prendere decisioni. Non sa cosa è bene per lui e cosa è male. Spesso, dopo i 35 anni, queste persone iniziano a sviluppare malattie psicosomatiche e autoimmuni. E l'ARVI e l'influenza sono generalmente una condizione permanente per lui... Nel processo di psicoterapia con tali clienti, impariamo nuovamente ad ascoltare noi stessi, a riconoscere i nostri sentimenti e a identificare i bisogni. E qui, di solito, tante sorprese attendono i clienti. Alcuni sono sorpresi di scoprire che convivono da anni con una persona non amata, altri scoprono nuovi mondi pieni di gioia, interesse, risvegliano il desiderio di svilupparsi, creare, amare. Non esistono emozioni buone e cattive. Ci sono socialmente approvati e socialmente disapprovati. È impossibile smettere di provare rabbia, irritazione, tristezza, impotenza e continuare a provare gioia, eccitazione, tenerezza, felicità, curiosità. Se i sentimenti vengono bloccati, allora tutto in una volta. Queste sono due facce della stessa medaglia. Pertanto, per vivere una vita ricca e interessante, è importante non aver paura di permettersi di provare l'intera gamma di emozioni..