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Quante volte dimentichiamo che ogni persona è unica. E io e Tu e Lui ci confrontiamo con gli altri, ci arrabbiamo se questo confronto risulta non essere a nostro favore. Anche se forse è proprio quello che pensiamo. Sì, indubbiamente ognuno di noi ha delle caratteristiche. Ce ne sono parecchi e, secondo la teoria della probabilità e la combinatoria, è quasi impossibile che queste caratteristiche coincidano. Ma la consapevolezza di questo fatto ci aiuterà ad avvicinarci alla comprensione della nostra unicità? No. Possiamo anche dire che è impossibile trovare pietre identiche sulla spiaggia. Saranno tutti diversi in qualche modo. Per quanto strano possa sembrare, la propria unicità può essere realizzata e accettata solo nel dialogo con un'altra persona. Esiste un concetto del genere in psicoterapia: la presenza. Quando dialogo con un altro, posso prestare attenzione al seguente fenomeno: l'interlocutore è più aperto e incluso nella conversazione, poi sembra chiudersi, si allontana, e non è più con me, anche se spazialmente non cambia nulla, ci sediamo come eravamo seduti. Cioè, uno speciale senso del dialogo mi aiuta a capire se questa persona è presente nella conversazione e, in generale, nella mia vita qui e ora oppure no. Quindi posso essere presente nella sua vita ed essere aperto o chiuso. Se non presti particolare attenzione a questo fenomeno, allora per una persona è qualcosa di scontato se c'era una presenza e ha avuto luogo un incontro di due personalità , un incontro personale, poi anche dopo essermi separato nello spazio, mi sembra di portare questa persona con me. Rimane nella mia anima, in me. Se comincio a ricordare anche quegli incontri personali avvenuti tanto tempo fa, allora posso toccare quella persona, la sua personalità, la sua unicità. Non per niente si dice, anche di una persona cara defunta, che rimane nel cuore. E in questo non mi affido a caratteristiche e caratteristiche, non a parametri e criteri, ma a qualcosa di speciale che è inerente specificamente a questa persona Aiuta anche le persone religiose a toccare la mia unicità, la convinzione che io, come ogni altra persona, sono solo. Io sono l'unico così per Dio, e Lui mi accetta così. E non si tratta di arroganza o vanità, questo è al di là di ogni paragone. Quando parliamo di amore incondizionato, della sua necessità, solo l'accettazione della nostra unicità ci dà questa capacità. Allora diventa possibile accettare e amare l'altro come unico, senza alcuna condizione o valutazione. Dillo più spesso ai tuoi cari che per te sono unici, unici e inimitabili. Ne hanno bisogno, proprio come te.