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Continuando il tema dei benefici secondari, parliamo delle paure su cui poggiano. Una di queste paure è la paura del cambiamento, del cambiamento in quanto tale. La prima cosa che le persone sospettano quando non riescono a risolvere il loro problema è che sia conveniente per loro. Restare in un posto in realtà non è esattamente conveniente, ma è sicuramente familiare, e quindi sembra sicuro. L'ignoto, che necessariamente segue il cambiamento, fa paura a causa della perdita di controllo, della necessità di agire spontaneamente, e una persona non lo fa. sapere come affrontarlo. E restare dove sei è sì brutto, ma qui tutto è familiare, tutte le strade sono ben battute, tutto è sotto controllo. Come in Shakespeare: è meglio sopportare un male familiare, piuttosto che cercare la fuga verso il minore dei mali! Questo tipo di guadagno secondario è insidioso perché dà l’illusione che “se non faccio nulla per cambiare la situazione, allora non cambierà nulla”. (E rimane una speranza segreta per un miracolo.) Sfortunatamente, tutto sta comunque cambiando. Solo senza la nostra partecipazione. Mentre non facciamo nulla, la vita va avanti. Il tempo vola, invecchiamo e, sebbene non influenziamo la vita, essa tuttavia influenza noi. Dobbiamo pagare per la non partecipazione, per accettare le condizioni che le circostanze pongono senza la nostra scelta. Coloro che nell'infanzia sono stati in un modo o nell'altro privati ​​dell'indipendenza, eccessivamente condiscendenti e/o con una volontà spezzata, spesso cadono in questa trappola. Questi bambini adulti tendono ad aspettarsi che tutto accada da solo. “All’improvviso arriverà un mago…” Oppure semplicemente non si aspettano nulla (“che senso ha?…”). Un’altra illusione tipica di questo beneficio secondario: l’entità del pericolo che i cambiamenti possono comportare è esagerata. L'idea del pericolo viene portata avanti fin dall'infanzia e la memoria emotiva viene ravvivata non appena incontriamo qualcosa di simile a un'esperienza negativa passata. Un complesso di reazioni infantili prende vita e divampa, quando la paura ci ha catturato completamente e non avevamo le risorse per affrontarla e il pericolo. Cresciamo, le nostre risorse e capacità aumentano. Ma non sempre ce ne rendiamo conto, perché la memoria emotivo-corporea è più forte del razionale “sono già adulto”. In questo caso è possibile studiare a livello razionale se adesso sia necessaria tanta sicurezza. se i cambiamenti comportano un rischio così grande (ad esempio, "se il marito mi lascia, non sopravviverò senza di lui" - un'eco della paura infantile "se i miei genitori mi lasciano, non sopravviverò", abbastanza reale poi, nel passato). Ma la cosa più importante in questo caso è ricorrere alle proprie risorse a livello emotivo-corporeo (utilizzare tecniche di radicamento, radicamento, rilassamento; in generale, sviluppare la capacità di sentire il proprio corpo, riconoscere le sue reazioni ; prenditi cura di te stesso). In psicoterapia puoi acquisire nuove esperienze (“posso, posso farcela, posso farlo”) più velocemente che da solo..