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Cos'è la felicità? Cosa significa essere te stesso? Infine, perché la promessa di essere noi stessi ricompensati con la felicità. Cosa significa felicità? Non basta avere tutto (ricchezza, bellezza, giovinezza, salute...) per essere felici se non si è se stessi. In altre parole, la felicità non si riferisce a qualcosa di reale, la cui mancanza può essere superata grazie al denaro , potere, know-how, diete. Viene da noi stessi, rappresenta una capacità mentale interna. Cosa significa essere se stessi? Essere se stessi non significa fare “quello che si vuole”, liberarsi dai doveri, dalle restrizioni e non tenere conto della volontà degli altri. Anche questo non significa che devi metterti al centro del mondo, tagliando fuori dalla tua origine, antenati, paese, religione - in una parola, da tutto ciò che una persona non sceglie consapevolmente, ma, per così dire, riceve come “eredità”. Paradossalmente, ma proprio allora, quando una persona si considera più libera, risulta essere maggiormente dipendente dalla sua apparente onnipotenza, dalle norme collettive e dalla pubblicità. L'eccessiva libertà svaluta e sminuisce l'autonomia mentale. Quando una persona è se stessa, essa:• non è circondata, non è inclusa nella psiche delle altre persone, sebbene sia in connessione con loro;• accetta e rispetta se stessa così com'è, in. il suo corpo, età, sesso; • ha la capacità di sentire, pensare, scegliere, desiderare, decidere, esprimersi per proprio conto, a proprie spese; • è consapevole della posta in gioco e della propria responsabilità Come nasce la personalità Come? la personalità si manifesta? Cosa favorisce o ostacola il suo sviluppo? La personalità si costruisce all’interno del triangolo padre-madre-figlio utilizzando due ingredienti principali: amore e autorità. La prima dà energia, la seconda organizza, controlla, dà significato, inquadra. La personalità si forma attraverso numerosi processi di differenziazione. Quindi, quando un bambino cresce nel triangolo positivo corretto, la sua energia vitale circola liberamente e naturalmente, lontano dal dannoso "troppo" e "poco", fornendogli quella sensazione soggettiva e incomparabile: essere se stesso prometti di essere ricompensato con la felicità? Sviluppando il primo, una persona riceve il secondo, qualunque cosa accada in aggiunta. Solo essendo al suo posto il soggetto non prova un senso di colpa. E quando è convinto della sua indegnità o è tormentato dal pensiero di aver reso qualcuno infelice, inconsciamente nega a se stesso la felicità. Una persona felice non spreca la sua energia vitale elemosinando riconoscimenti, attenzioni, complimenti, non imita nessuno, non imita nessuno. non seduce nessuno. La sua felicità è dovuta al desiderio libero e alla reciprocità: stare insieme, dare e ricevere. Può affermarsi semplicemente esprimendosi senza maschera, è capace di dire “no”, porre limiti, senza provare disagio, senso di colpa o paura. È capace di pensiero critico, autocontrollo, pazienza e non si lascia manipolare. Una persona del genere, contrariamente all'ideologia del consumo eccessivo, non perderà mai la felicità a causa del fatto che gli manca qualcosa nella realtà esterna. È felice di essere a casa sua (anche se è un seminterrato), con i suoi cari, i suoi valori, i suoi principi. Buona fortuna nel comprendere te stesso!