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Continuando il tema del triangolo “Salvatore-Persecutore-Vittima”, propongo di guardare alla Vittima Quando è la Vittima Perché è la Vittima? Vittima? Il ruolo della Vittima viene in gran parte appreso durante l'infanzia. Il bambino ha insegnanti che gli insegnano con successo l’impotenza e il ruolo della Vittima. Un ambiente “premuroso” limita il diritto del bambino all’azione indipendente in aree accessibili e fattibili: la capacità di amare, la capacità di pensare, la capacità di godersi la vita. Ad esempio, un bambino è già in grado di contattare autonomamente le persone, scegliere gli amici per sé, ma i genitori svalutano la sua scelta, la sua decisione, resistono alla sua scelta, insegnandogli l'impotenza nelle relazioni. Il bambino è pronto ad affrontare le difficoltà in suo potere, superandole che può conoscere il mondo, imparare a prendere decisioni indipendenti, ma i genitori lo proteggono da queste difficoltà, insegnandogli così che è impotente nella comprensione del mondo. Il bambino sperimenta certi sentimenti e riceve dai genitori il divieto di sapere cosa fare riguardo a questi sentimenti. Per insegnare l'impotenza in famiglia, è possibile utilizzare qualsiasi combinazione di questi divieti, oppure solo uno, o tutti insieme. I risultati del lavoro degli "insegnanti dell'impotenza" possono variare da un certo grado di impotenza a completa impotenza totale della “vittima professionale”. La “vittima professionale” funziona con un sentimento di disperazione: “Non posso cambiare nulla!”, “È inutile fare qualcosa”. La passività in relazione alla risoluzione dei propri problemi si combina con la pignoleria e l'attività esterne. Questa posizione è promossa dal desiderio di sollevarsi dalla responsabilità della propria vita e trasferirla su un'altra (il “Salvatore professionista” è più adatto per questo ruolo). Come bonus, la Vittima riceve attenzione sulla sua persona. I problemi della Vittima sono sempre “irrisolvibili”. Non importa quanti tentativi faccia il Salvatore, ciò non può portare alla loro risoluzione, ciò è impossibile finché la Vittima non rinuncia al suo ruolo: - accetta la responsabilità dei suoi fallimenti e della sua vita - cambia le sue convinzioni sulla sua inutilità - cambia la sua posizione di paura; dei propri problemi; - rifiuterà i “servizi” del Salvatore; - inizierà a migliorare gradualmente e autonomamente la sua vita.