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Negli ultimi giorni il confronto verbale tra i popoli si è notevolmente intensificato. Come sapete, una parola può uccidere, incitare all'odio, dividere le persone, umiliare, portare dolore e scatenare una guerra. Ogni volta ognuno di noi, con l'intenzione di pronunciare parole o ripubblicare, fa una scelta morale. Ci chiediamo: perché voglio dire questo adesso? Quali frutti voglio vedere da quello che ho detto? Cosa sentiranno e quali conseguenze avrà la psiche delle altre persone dalle parole che pronunciamo? Nella mia pratica psicologica, mi imbatto spesso nell'abitudine modellata delle persone di generalizzare tutto, incolpare tutti per sempre, scaricare sconsideratamente le proprie emozioni negative sugli altri, eludere la responsabilità giustificandosi. Nel frattempo, a causa degli eventi militari, i problemi mentali delle persone sono peggiorati, il loro debole sistema nervoso ha funzionato male e le reazioni difensive si attivano facilmente ora. E lo spettro di questi sentimenti ha una connotazione negativa. Quali sentimenti sono ora attivati? Voglio dimostrarlo usando l'esempio delle 5 fasi del vivere l'inevitabile Elizabeth Ross Negazione Rabbia Contrattazione Depressione Accettazione La nostra società spiritualmente debole non è pronta a sopportare le infermità della sua gente e delle persone che ora sono in difficoltà. Pertanto, ogni volta che ti affretti a ripubblicare fonti, sia russe che ucraine, che, ovviamente, sono "la verità più vera" e ora tutti lo sapranno, poniti la domanda: perché lo sto facendo adesso? Quali conseguenze umane potrebbero esserci dal mio repost o dalle mie parole? Trattandolo sconsideratamente, tu ed io diventiamo partecipanti inconsapevoli a questa guerra e iniziamo ad ucciderci a vicenda con le parole, gettando legna da ardere in questo fuoco mortale. Assolutamente tutte le guerre sulla terra conoscono casi di rapporti umani tra le parti in guerra tra loro, al di fuori di ogni politica. Non è questo ciò a cui siamo chiamati adesso?! Vorrei sperare che nel 21° secolo l'esperienza umana arrivi finalmente al valore di un atto semplice, gentile e umano di ciascuna delle parti in guerra l'una verso l'altra. E questo non dipende dai governi, dai politici e dall’esercito, ma da voi e da me, dalla nostra responsabilità personale nei confronti della gente comune..